Endless Summer Nights

notti calde e stellate

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  1. Lola_JD_Sparrow
     
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    Capitolo 1

    Estate 1993. Un afa che faceva crepare anche le zanzare che tentavano di pungermi. Mi svegliai all'improvviso, non riuscivo a respirare. Mi alzai e andai a bere un bicchiere d'acqua nel bagno dell'hotel. Era troppo presto ma io, oltre al caldo, non riuscivo a non pensare al provino che avrei dovuto sostenere fra poche ore. Semmai l'avessi fatto. Dicevano che non ce n'era bisogno. Ma non mi andava di essere il solito fighetto raccomandato, volevo sudarmele con il lavoro le scritture.
    Mi affacciai alla finestra della camera. Davanti a me, la Beverly Hills, Los Angeles, la città dalla quale un giorno sicuramente sarei scappato. Il sole albeggiava dietro la collina di Hollywood.
    "Buongiorno amore". Winona era dietro di me, in sottoveste. Mi girai e sorrisi debolmente.
    "Che c'è... sei preoccupato per il colloquio?" mi chiese baciandomi la guancia. Inspirai l'aria calda della stanza. Chissà come faceva, ma lei aveva questo potere assurdo di calmarmi. Una pianta di camomilla che camminava. La guardai e vidi che stava carezzando la spalla, dov'era inciso "Winona forever". "Non riesco ancora a crederci che tu abbia impresso il mio nome sulla tua carne...sai che vuol dire? Che vivremo per sempre insieme…".
    "Perché ne avevi dubbi?"
    "Non si può mai sapere...altro film...altre ragazze che ti gireranno attorno, che durante la scena ti ruberanno baci, non so se riuscirò ancora a sopportarlo" sorrise con malizia. Invece a me, queste frecciatine mi infastidivano.
    "La vita dell'attore è così…lo sai anche tu..." risposi freddamente distogliendo lo sguardo. Lei rimase impietrita.
    "Perché mi rispondi così?"
    "E perché tu non ti fidi di me?" chiesi freddo
    "Ma amore stavo solo scherzando…" affermò Winona tramortita. 'Si…' pensai, poco convinto.
    "Senti...non mi va di litigare" aggiunse lei "Vado a farmi una doccia…" disse distaccandosi da me e correndo in bagno. 'E io vado a farmi una birra' dissi a me stesso dirigendomi verso il frigo bar. Vuoto. Mi rivestii con una canotta e misi le chiavi della stanza in tasca. Avevo proprio voglia di starmene da solo un pochino. La malizia della mia ragazza mi asfissiava.

    Camminavo a passo svelto. Erano le 6 sicuramente avrei trovato un bar aperto sulla Sunset. Esatto, la caffetteria Italia era sempre aperto verso quell'ora. Mi fermai davanti all'insegna che lampeggiava e mi decisi ad entrare. Mi misi a sedere. Attraverso i vetri vidi tutte le persiane dei negozi attorno abbassate e sentiii uno strano senso di pace, ma allo stesso tempo di desolazione.
    "Desidera qualcosa?" una voce burbera mi destò. Una grassa signora con una crestina masticava disgustosamente un chewingum e mi guardava come se fossi un qualsiasi ragazzo venuto per farsi la sbronza di prima mattina. Forse era il berretto che dava quest'impressione. Me lo tolsi. La signora mi riconobbe e per l'emozione stava per farsi scappare quello schifo di gomma dalla bocca. "Oddio...Signor Depp non l'avevo riconosciuta...io…"
    "Una birra…bella ghiacciata" tagliai corto. Non avevo voglia di sorridere a nessuno. Cominciavo bene la giornata. Chissà se con questa faccia mi avrebbero preso in quel film. Ne dubito.
    "Abbiamo solo birre a temperatura ambiente" mi disse la signora desolata.
    "Oh va bene...allora mi faccia la colazione del menù del giorno…" sbuffai.
    "Un cappuccino e 1 pancake...Violet muoviti a pulire il bancone!". Gridò la grossa cameriera.
    Presi una rivista e cominciai a sfogliarla.
    Dopo un po’ uscì dal magazzino una ragazza, sulla ventina, che si asciugava la fronte dal sudore con il dorso della mano. Cominciò a pulire il bancone, spruzzando lo sgrassante per tutto il bancone, un odore nauseante. Ma non era l'odore che mi colpì, quanto la bellezza della ragazza. Una bocca carnosa da mozzare il fiato, occhi color cioccolato, capelli castani folti e mossi. La divisa da cameriera attillata mostrava le curve floride. Il viso rotondo era costellato da deliziose lentiggini. Non era truccata, aveva solo un po’ di lucidalabbra; rimasi abbagliato dal suo viso infantile per un po’ finché una cameriera mingherlina mi portò la colazione e mi distolse parandosi davanti con il vassoio. Alzai il viso e ringraziai. Appena se ne andò, notai che la bellissima creatura se n'era andata. Rimasi deluso e mi domandai se era un allucinazione. Mentre mangiavo il mio pancake in silenzio la vidi, di nuovo, con un sacco pesantissimo in mano di spazzatura, dirigersi verso l'uscita del bar. Ma non avevo tanto coraggio da farmi avanti. La vidi rientrare e prendere un altro sacco, ancora più pesante e stavolta decisi di alzarmi. Prima che potesse toccare il pomello della porta per aprirla, posai i soldi sul bancone e mi avvicinai a lei "Scusami...ti serve una mano?". Lei si girò a guardarmi e si bloccò "Oh...ehm...beh è gentile, ma non si preoccupi…" balbettò timida, sorridendomi appena.
    "Insisto... è davvero troppo pesante…" le dissi guardandola in quegli occhi così dolci e profondi. Mi sembrò di intravedere una nota di sofferenza. Non avevo notato che erano rossi e leggermente gonfi. Forse aveva pianto.
    "Grazie…" mi disse con un sorriso incantevole. Presi il sacco, sfiorando la sua mano, ebbi un brivido. "Violet vieni qui subito!" urlò una voce nervosa dalla cucina. Lei arrossì copiosamente e alzò gli occhi al cielo "Scusami se non ti vengo ad aiutare…" fece desolata.
    "Non ci badare…Ho messo i soldi sul bancone "dissi aprendo la porta poi mi voltai "Ah e...hai un nome bellissimo" dissi facendole l'occhiolino. Lei sorrise di nuovo, timida. Mi faceva tenerezza, avrei voluto uccidere chi le urlava contro in quel modo come se fosse una sguattera qualunque.
    "Violet!" chiamò di nuovo la voce. Per fortuna il bidone era lì vicino e con uno sforzo buttai il sacco. Mi guardai indietro. Attraverso il vetro opaco che dava sulla cucina vidi la sagoma grossa della cameriera sbraitare contro Violet, a stento riuscivo a sentire ciò che diceva la grassona. La dolce ragazza aveva la testa bassa e annuiva ogni tanto. 'Santo Dio…!' pensai quando la vidi uscire dalla porta della cucina che si asciugava le lacrime.
    Ero combattuto tra la voglia di andarle a chiedere cosa era successo oppure portarla via con me. Sembrava stupido ma ero rimasto abbagliato da quelle iridi così espressive e dolci. Violet uscì e io le andai incontro. Aveva gli occhi più rossi di quelli che avevo conosciuto e stava tirando fuori un pacchetto di sigarette da una tasca della divisa e frugando nell'altra a cercare un accendino. "Scusami...va tutto bene?"
    La ragazza si accorse di me e si asciugò gli occhi, ma non rispose. Domanda stupida da fare. Era sicuro che le cose non le andassero bene. Si mise una sigaretta in bocca ancora alla ricerca dell'accendino. Presi il mio ed accesi la fiammella. Lei mi guardò e accese la sua sigaretta tirando. Poi buttò una boccata.
    "Ma io a te t'ho visto già...in televisione…" mi studiò cercando si ricordarsi. Poi strabuzzò gli occhi "Oddio ma tu sei Tom Hanson! Si si ti ho seguito alla tv!"
    Sorrisi "Si ma sono passati anni ormai…piacere Johnny!" dissi porgendole la mano
    "Si si si...Johnny Depp...scusa è che hai i capelli più lunghi, non ti avevo riconosciuto…" balbettò rispondendo al saluto. Il suo tocco mi provocò un brivido lungo la schiena.
    "Piacere mio...Violet...Violet Sanford" disse rivolgendomi un sorriso talmente splendente che quasi rimasi a bocca aperta.
    Segui un momento di silenzio imbarazzante.
    "Da dove vieni? Non sei della California" dissi io per rompere il ghiaccio
    "No sono del New Jersey, più precisamente di Somerset...Come hai fatto a capire che non sono di qui?" mi chiese lei
    "L'accento…" affermai.
    "Nemmeno tu sei di qui però…"
    "No del Kentucky, Owensboro…"
    Altro silenzio. Com'era bella, dolce, aveva l'aria intelligente. Le avrei chiesto di uscire una di quelle sere, ma poi mi ritornò in mente ciò che mi aveva detto Winona quella mattina.
    Violet mi osservava con il pollice della mano che teneva la sigaretta, sulle labbra. Perché mi sentivo così impacciato con una ragazza, tutt'ad un tratto? Ero Johnny Depp cazzo, ero io quello che facevo questo tipo di effetto. Ma Violet mi disarmava.
    "Ce la dividiamo?" disse porgendomi la sigaretta. La osservai interrogativa. Mai una ragazza mia aveva chiesto una cosa del genere. Feci un sorriso sghembo e presi la sigaretta dalla sua mano tirando una boccata. Winona mi impediva di fumare,le dava tremendamente fastidio. Era da tanto che non sentivo quel sapore e quell'odore poiché avevo smesso per amore suo.
    Sentii il sapore del lucidalabbra di Violet. Ciliegia.
    "Violet ma che ci fai lì impalata sbrigati a pulire i pavimenti!" urlò la grassa signora aprendo la porta. Poi la sbattè sonoramente. La ragazza trasalì. "Scusala, è la mia matrigna…"
    "Ma perché ti fai trattare così?" chiesi
    "E' così da quando mio padre è morto…pensa di avere diritti su di me...ma io ho un altro lavoro, la sera, che mi permette di sopravvivere nella mia casetta, certo basta per pagare l'affitto, non è molto…"
    "Mi dispiace per tuo padre…" dissi sincero. Lei mi rivolse un sorriso triste. "Violet!!!!" il grido si sentì per tutta la via. "Devo andare sennò…"disse sommessa "...mi licenzia". Poi si avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia "E' stato un piacere...Johnny" sospirò. Poi si voltò e cominciò ad avviarsi verso il locale. Mi passai una mano sulla gota. Con quel bacio mi aveva rintontito. "E' stato un piacere anche per me! Quando posso rivederti?". Lei si girò e sorrise
    "Sono al Summer Nights, tutte le sere! Sulla litoranea!".
    Era un appuntamento per caso? Mi venne da sorridere come un ebete. Quella Violet mi aveva stregato.
    "A stasera allora!" dissi ad alta voce. Lei sorrise di nuovo e mi salutò con la mano.

    Ritornai nella stanza d'albergo, era desolata. L'armadio era vuoto, le lenzuola smesse. Winona non aveva lasciato nessuno dei suoi effetti, nemmeno in bagno. Mi sedetti sul letto e sentii un rumore cartaceo sotto il sedere. Presi il biglietto.
    "Chiamami, quando avrai sbollito i nervi. Winona…". Purtroppo i nervi cominciarono a farsi sentire proprio in quel momento. Accartocciai il biglietto e lo lanciai al muro.
    Reagisce sempre in quel modo quando alzo la voce. E mi dava fastidio il suo atteggiamento puerile. Avrebbe dovuto quantomeno aspettarmi per chiarire, dopotutto non era pretendere troppo.
    "Senti non mi va di litigare…" ripetei la sua frase, prima di mollarmi. 'Si, ma non hai nemmeno voglia di chiarire' pensai.
     
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  2. ~Adrya
     
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    waaa l'inizio m'ispiraa <3<3<3<3!!!
     
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  3. CinziaRosy
     
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    :rolleyes: scorrevole e pulito
     
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  4. Lola_JD_Sparrow
     
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    come me la cavo nei panni di Johnny? ahahahaha...ho dovuto allargarli prima XD
     
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  5. CinziaRosy
     
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    Oh Boy...non e' mai facile pensare con la testa di un'altra persona
    but....this is fiction...isn't it?......You can do what u want ;)
     
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  6. DamiJD
     
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    lolaaa già mi piace!!!!
     
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  7. Lola_JD_Sparrow
     
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    Capitolo 2

    Dopo aver passato l'intera giornata in solitudine rimuginando sul biglietto e sul viso di Violet che mi fece tornare il sorriso, davanti alla televisione dell'albergo, con una birra ghiacciata in mano e il vassoio del pranzo sul tavolo della suite, decisi di smetterla di correre appresso alle stronzate di Winona. Andai a fare il provino e passai, sempre con quel sorriso disarmante cortonato da tante lentiggini che mi accompagnava, nei miei pensieri.
    Presi la cornetta e chiesi alla gentile receptionist, che verso di me aveva sempre un occhio di riguardo, di noleggiare una macchina da usare tutti i giorni. Chiesi anche di prenotarmi un tavolo per me e per tre amici al SummerNights. La receptionist cominciò a balbettare e non capii il perché.

    "Ehy Johnny che mi dici di nuovo? Con Winona tutto bene?" mi chiese Tim in macchina.
    "Non me lo chiedere ti prego" dissi evitando in tutti i modi l'argomento
    "Tira brutta aria eh?". Non risposi e Tim, per gentilezza cambiò discorso "Beh allora com'è questo locale?"
    "Non lo so, ma ci lavora...un'amica…" sospirai tenendo d'occhio la strada "Dovrebbe essere questo" dissi osservando la scritta lampeggiante. Due omoni di colore controllavano gli ingressi. Un rumore assordante di musica latina riecheggiava tutto intorno. La fila che aspettava di fuori era composta quasi tutta da uomini. 'Spero che non sia un locale di spogliarelliste…' pensai.
    Tim, che mi leggeva quasi sempre nel pensiero, mi guardò sornione "Se lo sa Lisa mi ammazza" disse. Gli rivolsi un sorriso complice "Se vuoi ti riporto in albergo"
    "Oh...non pensarci nemmeno amico mio!" esclamò eccitato uscendo dalla macchina.
    Abbassai il vetro del finestrino "Vado a cercare parcheggio, tu entra e mettiti al tavolo" dissi al mio amico. "Ma Winona non è contraria a questo tipo di locali?". Ecco qui, Il maestro del dark pronto a rigirare il coltello nella piaga. Alzai gli occhi al cielo "Possiamo non parlarne?" chiesi supplicandolo. Lui alzò le mani, staccandole dalla portiera "Ok ok come non detto…". Ripartii e vidi ad un certo punto una fila di 3 macchine dirigersi verso un parcheggio privato. Finalmente dopo un quarto d'ora d'attesa riuscii a parcheggiare e mi diressi verso l'entrata posteriore.
    "Ho prenotato un tavolo" dissi al buttafuori, e lui senza proferire parola mi lasciò passare staccando la corda rossa.
    Realizzai appena entrato, di che genere di locale si trattava. Lungo un bancone bello largo alcune ragazze si scatenavano e sopra di esso altre. Si buttavano l'acqua addosso e bevevano dagli erogatori. Una di queste di colore, battè il suo generoso fianco contro quello di una biondina. Degli uomini allupati schiaffeggiavano le loro chiappe e di risposta si beccavano ceffoni e birra in testa. Cercai Violet fra quelle che danzavano ma non c'era. Ad un tratto la vidi riempire dei bicchieri di fila dopo aver fatto delle acrobazie con una bottiglia di Martini. Muoveva i fianchi divertendosi mentre serviva. Il suo abbigliamento mi eccitava. Il ventre era scoperto, il seno stretto in un corsetto di pelle rossa. I pantaloncini neri e lucidi a vita bassa lasciavano intravedere i fili del perizoma. Mi venne da sorridere a vederla così sexy, con il trucco che nascondeva gli occhi rossi e le labbra lucide e rosa. Una ragazza andò a cambiare la musica e mise i Santa Esmeralda www.youtube.com/watch?v=-hwiCkU73NA
    La musica rimbombava negli orecchi e faceva impazzire di gioia la gente lì intorno. Rimasi impalato per un po’, poi la mia attenzione si rivolse verso Tim che al bancone danzava come un matto, una barista lo stava facendo eccitare. Gli altri due amici erano arrivati e si facevano spruzzare del seltz in bocca, così per giocare. Tentai di farmi largo tra la calca di gente che ballava e si sballava per andare incontro ai miei amici. Ad un tratto una bruna che ballava sul bancone aiutò Violet a salire. Cominciò a ballare una specie di flamenco facendo tremare i bicchieri posati. Io a quella vista ero ancora più eccitato e volevo tanto che lei mi notasse. Poi si sedette e a gambe larghe urlò al megafono "Che dite me lo faccio un bel bagno alla faccia vostra?"
    "Si!" rispose la folla in delirio
    "Acqua o Birra?" urlò di nuovo
    Si creò un casino perché c'era chi diceva acqua e chi rispondeva birra… "Ok tutte e due...pronte ragazze?" disse facendo l'occhiolino alle sue amiche bariste che sostavano ai suoi lati con due caraffe di acqua e di birra. Gliela versarono dalla testa. Il suo corpo generoso e bagnato scatenò in me una voglia di lei assurda. Lei scosse i capelli e inarcò la schiena, buttando indietro la testa. Le bariste buttarono ancora acqua e birra.
    "Qui è uno sballo!" urlò Tim che stava guidando un trenino di persone per tutto il locale. Scoppiai a ridere a vederlo ballare passi di rumba.
    Violet era ancora sul bancone che si tirava indietro i capelli bagnati. Un uomo sulla cinquantina le si era avvicinato un po’ troppo e prese d'occasione la sua distrazione per afferrarla alla vita e cominciò a palparla come un ossesso. "Sei proprio una gnocca perché non vieni con me e ce la spassiamo?" diceva l'uomo avido del suo corpo.
    "No lasciami! Porco lasciami!" gridava lei.
    Mi avvicinai di corsa e strattonandolo gli feci mollare la presa "Lasciala bastardo!" urlai mollandogli un pugno al naso e scaraventandolo per terra.
    "Violet che succede?!" si avvicinò una donna bionda sulla quarantina con un abbigliamento discutibile. "Ti avevo detto niente fidanzatini nel mio locale" la minacciò guardandomi truce.
    "Lui non è il mio ragazzo!" si difese Violet.
    "Ah si? Allora è un eroe!" esclamò ironica poi si girò verso di lei "Un'altra scenata di queste e dichiarati fuori!". Mi sentii in colpa, ma in fondo come potevo conoscerle queste regole stupide. "Difendere una ragazza da un pervertito è forse vietato?" chiesi alla bionda alzando il tono.
    "Poteva cavarsela anche da sola!" rispose lei urlando e ritornando al banco scuotendo la testa. Mi voltai verso Violet "Tutto ok?"
    "No...mi fa male il polso…" mugolava trattenendosi la mano sinistra "Stavi per farmi licenziare! Ma che ti è saltato in mente?" disse guardandomi torva.
    "Oh ma prego eh?" risposi ironico, e anche un pochettino incazzato. Queste donne di oggi...non sanno nemmeno più ringraziare. Lei abbassò lo sguardo verso il polso e cercò di muoverlo, ma gli provocò una fitta "Ahia!" gemette. "Non lo muovere, vieni ti accompagno ad un pronto soccorso" dissi afferrandole le spalle.
    "No così ci va di mezzo il locale...mi chiederanno come me la sono fatta…"
    "Fai vedere…" dissi e le presi la mano. Aveva un brutto livido violaceo intorno…
    "Sei delicata ragazza!" dissi abbozzando un sorriso. Lei mi rispose con uno sguardo dolce.
    "Bisogna bendarla…" aggiunsi dopo averlo esaminato
    "No...ehm...non fa più tanto male in effetti…ahi!". Mi veniva da ridere per quanto era testarda."Ma come faccio con il lavoro? Devo pagare due mesi di affitto arretrati…" gemette sconsolata.
    "Che altro sai fare oltre a ballare e a fare impazzire gli uomini in questo locale?" le chiesi
    "Me la cavo nella recitazione…" disse lei timida "Ma non sono eccelsa…"
    "Bene...allora adesso tu mi segui, dici a quella biondona trucida…"
    "Maria…"mi interruppe lei
    "...Maria...che tu non lavori più per lei...e…"
    "E…?" fece lei
    "Che te ne scappi con il tuo nuovo ragazzo…!" dissi scherzando. Ma alla fine, in fondo alla burla c'è sempre un po’ di verità.
    Lei scoppiò a ridere "Mi stai prendendo per il culo per caso?". Poi vide la mia faccia, che era diventata seria "E che dovrei fare una volta uscita da qui? Eh?"
    "Vieni a fare un provino...per esempio…!"
    "Dai Johnny finiscila di prendermi per i fondelli...ma come fai a dire che mi scrittureranno?" rise amaramente
    "Non ti preoccupare, ti aiuterò io…!" sospirai guardandola supplichevole. Lei si arrese…
    "Che film è?"
    "Buon Compleanno Mr Grape…mi hanno preso oggi stesso…" la informai. Lei mi scrutò con un sorriso sghembo, incrociando le braccia…
    "Mi posso fidare?" sospirò avvicinandosi a me.
    "Ho forse la faccia di un disonesto?" chiesi rispondendole per le rime. Lei si mise a ridacchiare.
    "Andata?" dissi porgendole la mano. Lei guardò la mano di sottecchi, poi me la strinse
    "Andata...a patto però che se non vengo scritturata, mi aiuti a trovare un lavoro, magari diverso da questo che…è stressante...devi indossare una maschera, che a volte non ti si addice"
    "Anche nel cinema è così…" le precisai.
    "Si...ma guardati intorno…è tutto un…"
    "Bordello?" azzardai io
    "Un vero e proprio puttanaio!" disse guardandosi intorno.
    "E allora perché sei venuta qui?"
    "Non ti credere che mi diverta...beh si...le ragazze sono fantastiche ma...il clima che si respira qui dentro non è proprio adatto a quello che avevo pensato…" mi guardò.
    "Vieni con me…" dissi prendendole la mano e dirigendomi verso il bancone dove Maria non smetteva di osservarci.
    "Che c'è sei venuto a scusarti signor Johnny Depp?" chiese Maria altezzosa.
    "No...ehm...semplicemente che lei si licenzia!" esclamai. Le ragazze che stavano sul bancone sentirono. "Ci siamo messi insieme proprio adesso" dissi sfoggiando un sorriso.
    "Oh...buon per te Violet? E non potevi dirmelo tu?" sibilò Maria a denti stretti con uno sguardo furente, di chi sta per scoppiare, rivolto a Violet.
    "Mi ha proposto un nuovo lavoro" rispose lei sostenendo lo sguardo.
    "Violet non mi puoi mollare così su due piedi! Io mi sn fatta il culo per farti accettare da Alex qui dentro, e sai che vuol dire, con Alex non è mai facile!" esclamò adirata Maria.
    "Chi è Alex il pappone?" dissi io mettendola a tacere. Lei si incazzò ancora di più
    "Se Alex dice no...non entri nella società e per entrare devi essere sexy aitante, devi fare eccitare...e Violet era l'attrazione migliore qui dentro!"
    "Cercatene un'altra!" esclamò Violet offesa. Mai come prima si era sentita una troia di prima categoria…
    "Ok ragazza, auguri! E a mai più rivederci!" rispose Maria andandosene sculettando verso una porta contrassegnata da un cartello che invitata a non entrare, perché riservato al solo personale. Violet vicino a me tremava, aveva paura che l'ira di Maria poteva alimentare anche quella di Alex.
    "Adesso sì che ho paura…" disse e mi strinse un braccio.
    "Ti porto con me…" le dissi cingendole le spalle con un braccio e la spinsi via con me dal locale
    "Si ma dove?"
    "Fidati di me. Mi faccio mettere da parte un appartamento in un residence a Beverly Hills…."
    "Non ti sembra di aver bruciato qualche tappa tesoro?" scherzò lei guardandomi con una dolcezza che mi sfiniva.

    Andai nel parcheggio e azionai il motore della macchina.
     
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  8. ~Adrya
     
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    woow woow wooow!!!
    Io adoro come scrivi!!!
     
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  9. DamiJD
     
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    lo adoro.lo adoro.lo adoro.lo adoro.
    lo adoro.lo adoro.lo adoro.lo adoro.
    lo adoro.lo adoro.lo adoro.lo adoro. <3
     
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  10. Lola_JD_Sparrow
     
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    Ne sono contenta...ci ho pensato tanto a come continuare e sta uscendo un capitolo degno di questa FF...si nota che mi sn ispirata alle "Ragazze del Coyote Ugly"? XD


    Edited by LovelyPirate - 20/2/2012, 22:40
     
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  11. Lola_JD_Sparrow
     
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    Capitolo 3

    Cominciai a dare gas e un uomo, anzi un armadio di colore con le gambe si parò davanti alla vettura. Frenai di colpo. Il gigante grugnì feroce.
    "Che facciamo?" disse Violet deglutendo. Era spaventata. E adesso anche io. 'Sii uomo Johnny sii uomo' mi ripetei nella mente. "Chi è? E' uno degli scagnozzi di Alex?"
    Violet annuii sempre guardando fissa davanti a sé. Deglutii "Mettiamo fine a questa storia" dissi ispirando e feci per aprire la portiera… "No fermo che vuoi fare?" bisbigliò Violet afferrando la mia mano. Cominciò a battermi il cuore all'impazzata. Posai le labbra sul dorso "Non ti preoccupare, una chiacchieratina fra uomini" dissi cercando di essere spavaldo davanti a lei. In realtà me la stavo facendo sotto. Quello lì sarà stato alto 2 metri e un citofono. In più era grosso.
    "A dirtela tutta Johnny...Doug non ha mai avuto la fama di uno che vuole risolvere i problemi con le parole…". 'Johnny sii uomo' mi ripetei.
    "Ti prego, ti ridurrà a brandelli…" mi disse lei, preoccupata, trattenendomi la mano. Doug grugnì scuotendo la vettura e ruppe un vetro. Per lo spavento misi la retromarcia e cambiai rotta. Virai sorpassando Doug che stava provando a seguirci e accelerai più che potevo uscendo dal parcheggio privato. Rimase indietro affaticato. Poi anche lui prese la macchina e partì al nostro inseguimento. Guardai allo specchietto "Lo abbiamo fregato" dissi soddisfatto. Violet respirò a fondo e rise contenta. Decisi di rallentare "Beh...perchè non mi ci hai lasciato parlare? Gli avrei consigliato una dieta...grande e grosso e non è riuscito a fermarci!" dissi ridacchiando.
    Lei scoppiò a ridere "Per forza sei stato una scheggia!".
    "Clark Kent mi fa un baffo!" dissi io, poi guardai nello specchietto retrovisore "Merda perché ho rallentato?" dissi premendo il piede sull'acceleratore. Una macchina nera ci stava inseguendo, ma fortunatamente era lontana. Una macchina si mise in mezzo alla loro traiettoria
    Tanto perché ci disse sfiga, il semaforo diventò rosso. "Ho un piano" dissi "Appena diventa verde svolto all'angolo parcheggio ed entriamo in un locale…" le dissi. Lei annuii "Però dobbiamo trovare un modo per non farci notare…" ammise. Attraverso lo specchietto vidi le portiere della macchina aprirsi e ne uscirono quattro pezzi da novanta che si avvicinavano quatti quatti
    "Ok!" dissi spogliandomi in fretta della giacchetta. "Metti questa, passa dietro c'è una valigia con dei miei vestiti, indossali sopra i tuoi, svelta!". Violet passò indietro e frugo nella borsa, trovando un paio di pantaloni e un berretto. Scattò subito il verde e detti motore. Lei intanto si infilava i pantaloni e si sistemò le ciocche nel berretto. Svoltai l'angolo e frenai. "Esci svelta!" esclamai "Entra in quel cafè, ti raggiungo subito". Lei aprì la portiera dietro e si catapultò di fuori. La vidi entrare nel locale. Inforcai gli occhiali da sole, attraverso lo specchietto notai che la macchina nera non ci seguiva più. Respirai a fondo e uscii anch'io dalla macchina. Entrai nel cafè e vidi Violet con i miei vestiti seduta al bancone.
    "Ce l'abbiamo fatta" le bisbigliai. Lei si voltò appena e mi sorrise. "Adesso fai voltare solo me, tu non ti girare"
    "Ma dove hai imparato questi sotterfugi? Al cinema?" disse lei stupita.
    "In parte…" risposi sorridendole. "Ma come si dice? Necessità fa virtù" affermai girandomi con la testa e sospirai. Sbagliavo a rimanere tranquillo perché vidi Doug sbirciare nel locale.
    "Merda!" bisbigliai deglutendo. Lei rimaneva con lo sguardo fisso ma dallo specchio vedeva tutto. "Qualcosa mi dice che il tuo piano non ha funzionato, genio" mi sbeffeggiò sorridendo.
    "Due ginger ale!" ordinai al barista.
    "Che fai? Ti sembra questo il momento di bere?" bisbigliò a denti stretti
    "Shhh stai al gioco!" le suggerii. Il garzone ci servì e io bevvi con un sol sorso dal mio bicchiere, mentre Violet non si azzardava. Doug era entrato e ci cercava.
    Lei si girò appena e se ne accorse. Si decise a bere dal suo bicchiere. Diventò paonazza e si mise la mano davanti alla bocca, deglutendo a fatica.
    Nel frattempo…
    "Maria...te l'ho detto mille volte che prima de licenziare una delle picciotte, tu devi darne conto a mia…" disse calmo Alex tirando una boccata al suo sigaro cubano "Me vorresti spiegare adesso, unn' a truvamu n'autra?"
    "Ce ne stanno di ragazze come quella in giro, don Alex credimi…anche di migliori..."rispose lei sistemandosi il corsetto.
    "Si ma lei era il nostro gioiello...e adesso iu chi mi sbatto? Ah?!E' da tempo che buttai l'occhio su di lei…" disse Alex alzando il tono della voce.
    "Ci sono sempre io…Alex..." sospirò Maria avvicinandosi al tavolo arricciandosi una ciocca di capelli. "Tu? Con quelle zampe di gallina e quelle tette? Io voglio carne fresca" rispose Alex sempre con accento siciliano. Maria lo guardò torva e offesa.
    Il don si appoggiò alla poltrona di pelle. "Picciotto vieni qua passami la tua ricetrasmittente". Il ragazzo più giovane impacciato gliela porse. Alex premette un pulsante. "Doug, ritirati con i tuoi uomini, per stasera...cambio menù". Poi poggiò l'apparecchio sul tavolo e diede un'altra boccata al suo sigaro osservando Maria. "Portami Nathalia stasera, mi piacciono i 'piatti' russi!" poi ridacchiò sguaiatamente. I suoi uomini lo seguirono "Chi vi ha detto che potete ridere scimuniti?!" gridò, poi riportò lo sguardo su Maria.
    "C'è un'attoruncolo con lei...un tale Johnny Depp…pare sia il suo nuovo ragazzo"
    Don Alex ascoltò attentamente senza fiatare e annuì. Maria continuò a mettere la pulce nell'orecchio "Ho sentito che vuole proporgli di lavorare con lei...in un film...di un patto fra i due…" disse sedendosi sul tavolo e accavallando le gambe
    "De che pattu se tratta?" domandò Alex curioso.
    "Se lei non verrà scritturata...lui le dovrà trovare un nuovo lavoro...e se si venisse a sapere, per caso, che lei è una di noi, probabilmente nessuno la vorrebbe, da nessuna parte…"
    "E quindi tornerà strisciando qui…" disse Alex con un ghigno sulla faccia. Poi giunse le mani e posò i gomiti sul tavolo e si mise a riflettere. "Maria...questa volta ti voglio premiare...sei astuta...più di quanto pensassi…". Lei si morse un labbro e sorrise maliziosa.

    Il gigante se ne andò dopo aver ricevuto degli ordini e si dileguò dal locale.
    Sbuffai sollevato "Se n'è andato…?" chiese Violet bisbigliando; si era abbassata la visiera del berretto sugli occhi.
    "Si" risposi alzandomi
    "Beh allora ci conviene...woh!" disse barcollando. La sostenni "Non lo reggi l'alcol eh?"
    "Per niente…" confessò lei brilla.
    "Su andiamo al residence…" dissi prendendo un braccio di lei e me lo misi sulle spalle, reggendola stretta in vita. Uscito aprii con la chiave la macchina e la sistemai davanti, allacciandole la cintura. Lei stordita poggiò la testa sul sedile e si assopì.
    Quando la vidi così mi misi ad osservarla. Le guance avevano assunto un colorito più roseo del solito e in quei punti le lentiggini si vedevano di più. Mi venne da sorridere. Le carezzai una guancia con il dorso della mano. Lei nel sonno spostò la testa e si accoccolò a me. Tentai di mettere in moto senza disturbare il suo sonno. Era l'una quando arrivammo al residence.
    Scesi e la lasciai in macchina a ronfare mentre mi recavo alla reception per ritirare le chiavi.
    Arrivati parcheggiai la macchina nel viale davanti.
    'E adesso come ti porto?' pensai. Scesi dalla macchina e tentai di alzarla mettendole un braccio attorno al mio collo. Le sue gambe cedettero e lei si svegliò, più o meno.
    "S...siamo arrivati?" balbettò strofinandosi gli occhi.
    "Si cara…adesso entriamo…" sospirai inserendo la chiave nella toppa "e ti metti a letto...ti fai una bella dormita e domani andiamo a casa tua a prendere un po’ di cambi…"
    "Mmmh" gemette lei stordita "prendimi in braccio non ce la faccio ad arrivare fino al letto…" mugolò. "Buon Dio che può averti fatto un bicchierino…" ridacchiai prendendola in braccio; lei si tenne abbracciando il mio collo e poggiò la testa sulla mia spalla. Arrivai al letto e la posai.
    "Perché non mi spogli? Sento caldo…" mugolò lei.
    "C...cosa?" balbettai io. Lei girò il suo viso verso di me, aveva un sorriso ebete e la vista appannata. "Vieni a dormire qui con me, Johnny?" disse alzandosi a fatica e togliendosi la camicia. Il corsetto a balconcino sosteneva quel generoso seno che tanto desideravo carezzare. Ma non era da uomini. Lei non era in sé. Tentò di slegarsi i jeans ma non ce la faceva.
    "Ci penso io…" dissi sbottonandoglieli. Feci scorrere i jeans lungo le sue gambe e li piegai. Lei di colpo si alzò e mise una mano dietro la mia nuca spingendomi verso di lei. Io feci resistenza puntando le mani sul materasso "Che fai?"
    "Fai l'amore con me…" mi sospirò sulle labbra. La tentazione era veramente forte. Scossi la testa "Non sei in te…riposati" risposi. Lei premette le sue morbide labbra sulle mie poi sospirò "Allora buonanotte…".
    Le sorrisi e le soffiai di nuovo un bacio. La aiutai a stendersi e la coprii con un lenzuolo. Lei si addormentò subito. Mi toccai le labbra, poi morsi quello inferiore assaporando i residui del suo lucidalabbra che mi mandava in delirio, lo stesso che lasciò sulla sigaretta che mi offrì.
    Mi stesi sull'altro letto e mi girai di lato, per osservarla, volevo avere la sua immagine impressa mentre mi addormentavo, non mi bastava mai.

    Un raggiò di sole mi svegliò. Aprii gli occhi solo dopo un po’ per abituarli alla luce.
    "Buongiorno!". Violet aveva i fianchi e il seno avvolti in un asciugamano e uno spazzolino in bocca. "Buongiorno!" risposi osservandola da cima a fondo.
    "Mamma mia puzzavo di alcol dalla testa ai piedi!" scherzò sputando il dentifricio dentro il bicchiere. "Che è quella faccia da allocco?" disse scrutandomi. Scossi la testa come per destarmi.
    "No nulla avevo ancora sonno…"mentii.
    "Ho preparato il caffè…" sorrise e andò sculettando in bagno. Io mandai giù la saliva, ancora un po’ grazie al cielo me n'era rimasta, e mi diressi in cucina. Versai il liquido in una tazzina.
    "Sai Johnny ti volevo ringraziare…" disse attraverso la porta del bagno. Io mi avvicinai e notai che aveva lasciato uno spiraglio piccolo. Sbirciai. Si stava mettendo del latte da bagno sulle gambe. Mi appoggiai eccitato al muro accanto. "Di cosa?" chiesi.
    "Beh stanotte ero ubriaca e...tu non ne hai approfittato…"
    "Non tutti gli uomini sono uguali…" precisai.
    "Ecco perché mi piaci…" disse affacciandosi e incontrò il mio sguardo.
    Mi avvicinai, lei si morse il labbro inferiore timidamente abbassando lo sguardo...
    Carezzai una guancia e portai una mano sotto il mento di lei e alzai il suo viso. Senza dirle nulla, le dimostrai quanto lei mi piacesse, rubandole le labbra. Lei mise le braccia al collo e mi spinse a baciarla con più passione. Le nostre lingue si intrecciavano vorticosamente. Portai le mani a stringerla in vita. Lei sentì che il mio basso ventre si ingrossava e portò la mano al mio cavallo massaggiandolo piano. I brividi mi percorsero il corpo.
    Afferrai piano i suoi capelli baciandola con ancora più passione. Lei si staccò dalle mie labbra e diede una leccata al mio labbro inferiore e io ne succhiai appena la punta.
    Portai una mano a toccarle un seno e lo massaggiai. Lei inebriata la trattenne afferrandola.
    La sbattei al muro e portai una sua gamba al fianco. Lei si impossessò di nuovo della mia bocca.
    Dopo un altro lungo bacio tracciai una scia di baci sul suo collo lungo e sinuoso. All'improvviso squillò il telefono. L'incantesimo era finito "Mmmh no…" gemetti poggiando la fronte nell'incavo della sua spalla. "Dai che ti frega…" sospirò sorniona Violet. Gli squilli si fecero insistenti Lei alzò gli occhi al cielo "Dai vai a rispondere magari è importante…"
    Le feci l'occhiolino "Tu aspettami qua", poi andai a rispondere "Chi è?"
    "Signor Depp la vogliono al telefono…"

    "Ok mi passi la telefonata…"
     
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  12. CinziaRosy
     
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    :-) well done! to be continued.............
     
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  13. LovelyPirate
     
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    CITAZIONE (Lola_JD_Sparrow @ 20/2/2012, 17:35) 
    Ne sono contenta...ci ho pensato tanto a come continuare e sta uscendo un capitolo degno di questa FF...si nota che mi sn ispirata alle "Ragazze del Coyote Ugly"? XD

    si, si nota eccome, te lo stavo per scrivere io xD ora leggo il terzo capitolo..
     
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  14. LovelyPirate
     
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    Lolita mo pero voglio sapere chi è il telefono, anche se immagino sia Winona...cmq ti dirò, mi dispiace il fatto che John abbia sta facilità a tradire le sue donne xD
    senti un pò, ma il nome Violet è la tua versione americana ovviamente ihihihihihi xD
     
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  15. Lola_JD_Sparrow
     
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    Beh ma con Winona stava per finire, grazie alla storiella con la Lewis, facciamola finire con una che mi piace e cioè...me ahahahahhaha

    Il complimento più bello fino a mo è stato (sul DeppHeaven) "infatti Johnny lo fai proprio bene XD". Hai capito...beh...io sn dell'opinione che ognuno di noi ha un lato maschile e uno femminile. A volte uno prevale sull'altro in base a come ci comportiamo
     
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129 replies since 18/2/2012, 22:54   1494 views
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