<del>Mary</del> Anne Poppins. Rinascere a trent'anni

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Lady_Oscar
     
    .

    User deleted


    Disclaimer: L'ispirazione per questa FF mi è arrivata il giorno di SanValentino guardando un reportage su MTV. Spero vi piaccia, è una Long e questo è la prima parte dell primo capitolo... Vi avverto subito che JOhnny arriverà nella seconda parte xD

    Mary Anne Poppins. Rinascere a trent'anni
    Capitolo 1 parte 1
    I'm Singing in the Rain

    Ebbene sì, quel benedetto giorno mi svegliai all’alba decisamente vorace.
    «Voglio una pizza margherita con mozzarella multipla, peperoni verdi e una spruzzata di capperi.» Me. Decisamente affamata.
    «E tu mi chiami alle sei del mattino per dirmi che vuoi mangiare un ipercaloricissima pizza?» Helena. La mia migliore amica.
    Seguirono attimi carichi d’attesa… ne avevamo passate tante,non poteva nascondersi di fronte ad una succulenta pizza all’albeggiare,no?
    «D’accordo» sbuffò- il mio stomaco brontolò soddisfatto.«Sono da Mark ma tempo dieci minuti e vengo da te.»
    Riattaccai contenta iniziando a pregustare il fragrante sapore della tanto agognata pizza e mi preparai evitando accuratamente di controllare l’agenda e il calendario.
    Curiosamente incontrai una strana difficoltà nell'allacciarmi le scarpe.
    Possibile che mi siano cresciuti i piedi?
    *Spiacente di distruggere la tua ingenua chimera ma una donna il giorno del suo trentesimo compleanno è già bella che formata…*
    Ringraziando la Coscienza Impropria di avermi ricordato la funesta data mi diedi un’ultima controllatina e scesi.
    Imprecando contro l’ascensore guasto da almeno tre mesi mi feci diciassette piani di scale in discesa ed evitando di caracollare verso il ventunesimo gradino raggiunsi il piano terra dove vidi Helena lievemente assonnata reggere due enormi caffè.
    «Ringrazia il Signore che tanto dovevo svegliarmi presto per lavoro e che oggi è il tuo compleanno, altrimenti non saresti qui ora.» sbadigliò porgendomi un bicchiere con aria minacciosa.
    «Grazie Hel…anche del caffè.»sospirai sorseggiando serafica il liquido scuro.
    «Di nulla. Vuoi mettere quanto il sapore del cappuccino si sposi con la pizza?» ribatté ironica.
    *
    «Cos’hai contro i croissant?» mugugnò la mia amica osservandomi lievemente schifata mentre ingollavo la terza,sottolineo terza,fetta di pizza.
    «Nulla,solo che mi sono svegliata con questa voglia.»affermai convinta staccando un morso degno di un Tirannosauro dalla mia pietanza preferita.
    Helena alzò un sopracciglio con un’aria saccente che sembrava la Mc.Grannitt.
    «Io ho un’altra tesi…sai che giorno è oggi?» chiese perfida.
    «Noo…»pigolai.
    *Sei credibile quanto un barbone che ti promette un assegno coperto*
    Uff…Impy (ndA: diminutivo di Impropria) vai a nutrirti anche te…
    Comunque la mia coscienza aveva ragione, era inutile che continuassi a tergiversare sulla tragica data di quel maledetto giorno di febbraio.
    *Hai detto la prima cosa sensata in trent’anni di vita!*
    Potresti evitare di ricordarmi la mia età,esimia rompiballe monda interiore?
    *Come mi hai chiamato?!*
    “Monda interiore” controlla il dizionario gnorri… è sinonimo di coscienza…
    *…*

    Comunque,tornando a noi, il motivo della mia voracità antidiluviana era un altro,prettamente legato alla domanda della mia amica.
    «Il giorno della paga?» accennai con falso distacco.
    Hel scosse la testa ghignando perfida.
    «Il giorno del giudizio?»continuai angelica.
    «Nisba.»
    «Il giorno delle elezioni?»
    «Acqua…»
    «Il mio maledetto trentesimo compleanno?» proseguii cosciente di non poter protrarre a lungo il nocciolo della questione.
    «Anche quello, ma ti dice nulla San Valentino?»
    Il tentativo di occludermi la trachea con un delizioso bocconcino di pizza esprimeva quanto quella maledetta data mi diceva qual cosina in più di nulla…
    Comunque non feci in tempo ad articolare una qualche plausibile risposta che il mio telefonino squillò.
    Dapprima il fui attraversata dal nobile desiderio di erigere una statua al prode che aveva composto il mio numero poi però,leggendo il nome di quel nefasto idiota ebbi il repentino desiderio di gettare il cellulare nel forno a legna.
    «Pronto?»Sibilai in una perfetta imitazione di Lord Voldemort.
    «Sono Richard…»
    Ma dai? Ti conosco da tre anni razza di idiota…
    «Oh-o che sorpresa!Da quanto tempo che non ci vediamo,eh? L’ultima volta eri in mutande con una barbie bionda nel mio letto!»
    Troppo diretta,penserete? Invece no, fidatevi. Quello che gli avevo detto –o meglio, ciò che gli avevo ringhiato- era solo la millesima parte del pensiero iniziale.
    «Annie, calmati…»
    I miei occhi lampeggiarono letali.«Non azzardarti di chiamarmi Annie…per te sono Ms.Bennett»
    «Anne, siamo stati insieme per tre anni…potrò chiamarti per nome,no?»
    «No. Hai detto bene, siamo stati. E “saremmo ancora” se qualcuno non mi avesse tradito con cinque decerebrate dalla criniera albina.»
    «Senti…»Sbuffò Richard«Ti ho chiamato solo per dirti che credo che il mio portafogli sia nel tuo appartamento. Quindi penso di passare da te per riprenderlo.»
    «Scordatelo categoricamente. Tu in casa mia non ci rimetti più piede.» esclamai perentoria.«Accettalo come spesa per rimborsarmi di millenovantaquattro giorni buttati all’aria.»
    Detto ciò riattaccai e tornai alla pizza più isterica di prima.
    «Era Richard?» domandò incerta Helena. Annuii veemente, tentai di darmi una calmata ma dopo qualche minuto dove si sentivano i boati rabbiosi dei nuvoloni neri che mi giravano sopra la testa sbottai:
    «Mi molla sabato e mi richiama per San Valentino –che fra l’altro sarebbe stato il nostro anniversario, richiedendo il suo portafogli!»
    Detta così non sembrava aver commesso un così grave oltraggio ma visti i precedenti e visto che era il mio dannato compleanno meritava tutto l’odio,il disprezzo e gli insulti conseguenti ad un pluritradimento.
    «Infame!»grugnii e pagando il conto mi alzai seguita da Helena che mi guardava preoccupata.
    La salutai dopo poco, il lavoro la richiamava e anche il mio faceva lo stesso.
    Avevo un’agenda fitta di impegni. Lavoravo cinque giorni a settimana come tirocinante del Los Angeles Times, mentre sei giorni su sette arrotondavo il miserrimo salario da praticante giornalista lavorando nello studio fotografico di mio zio.
    Per l’appunto, quel maledetto quattordici febbraio a causa della perfida ironia della sorte dovevo andare da mio zio per fotografare romantici momenti a coppiette melense intente a celebrare qualche anniversario,matrimonio o qualsiasi altro evento che richiedesse un partner, cuoricini e putti svolazzanti.
    Entrai nel piccolo studio foderato di foto e dopo aver salutato il parente e la mia collega mi rinchiusi nel mio ufficio a deprimermi un po’.
    Era un periodo piuttosto storto della mia vita da ogni punto di vista. Se non fosse stato che preferisco la pizza al cherosene oserei dire che erano alcuni mesi che non mi trovavo poi così diversa da una Fiat Punto imbottigliata nel traffico.
    Come avesse avvertito i miei pensieri al di là della porta mio zio entrò e offrendomi cortese un cappuccino mi chiese dolcemente come mi sentissi.
    Errore madornale...mai chiedere come si sente una donna in piena crisi a meno che tu non sia il suo psichiatra!
    Perciò esplosi. Lo so uno a trent’anni dovrebbe aver imparato a controllare le proprie emozioni ma sono un caso a parte.
    «Come sto? Come sto? Sono più di quattro anni che vivo qui a Los Angeles ed è dallo stesso tempo che sono ancora una praticante alla redazione del quotidiano più venduto dello stato!»Mio zio si sedette di fronte a me,paziente.«Inoltre sono ancora più depressa dato che oggi sarebbe stato l’anniversario di fidanzamento col caro Rick! e a parte che ho sempre odiato San Valentino fin da quando ero adolescente ma mai quanto lo stia facendo in questo momento… e la colpa è ovviamente del suddetto essere che aveva proprio scelto questo dannato giorno di due anni fa per chiedermi di stare insieme, ed io idiota avevo anche accettato!» Ora sentivo gli occhi farsi sempre più lucidi, ricacciai qualche lacrima e proseguii girando il caffè con notevole impeto.
    «Senza contare che fra quattro ore compirò trent’anni e non mi sono mai sentita più vecchia,inutile e morta in tutta la mia vita.» Conclusi in tono melodrammatico.
    Mio zio ridacchiò.«Se stai così per i trent’anni non oso pensare cosa farai quando ne compirai cinquanta.»
    Ah-ah molto divertente. Non credo di arrivarci a cinquant’anni se questa è l’andana .

    Dopo il tourbillon nevrotico mi sentii meglio e decisi che mi sarei fatta rimborsare da Richard anche le future sedute dallo psicoanalista.
    Stavo lentamente riacquistando la tranquillità mentale quando Diana, l’altra socia di mio zio, entrò nel mio piccolo studio e con un’ aria piuttosto strana in volto mi disse porgendomi un foglietto:
    «Ho un servizio da affidarti per oggi pomeriggio.»
    Alzai un sopracciglio.«Da quando prendi commissioni con così poco margine di tempo?»
    Diana increspò le labbra in un bizzarro sorriso.«Sono mesi che abbiamo questa richiesta, dovevo occuparmene io ma penso che sia più adatta a te. È un matrimonio.»
    Agghiacciai. «Non ho la minima voglia di fotografare l’ennesima coppietta da film romantico anni cinquanta.»
    La donna di fronte a me fu irremovibile.«Fidati…»sentenziò con aria saccente«E vedi di fare un ottimo lavoro. Sono persone importanti.»
    Lessi svogliatamente il biglietto, compariva solo il nome della sposa,l’ora del matrimonio e la chiesa. Diana aveva detto che si trattava di gente importante ma direi che ciò che compariva sul foglietto non mi diceva nulla.
    *
    «Destino infame.» borbottai mentre accendevo l’auto diretta alla cattedrale di Nostra Señora la Reina.
    *Di la verità: muori di invidia.* Sibilò Vocina Impropria.
    Per nulla…
    *Non sai mentire agli altri figurati a me!*
    Bastarda…vattene! ho già le mie beghe senza il tuo contribuito!
    A mio discapito la coscienza aveva ragione, è Impropria ma ci capisce sempre meglio della sottoscritta.
    Era così; fino a tre settimane fa speravo nel mio di matrimonio, ma erano bastati quei tre maledetti minuti in cui avevo scoperto Richard tradirmi per mandarmi tutto in frantumi. Avevo sentito il cuore spezzarsi in miliardi di piccoli frammenti e ancora mi stupivo di me stessa per aver trovato la forza di aver cacciato di casa il traditore e la sua amichetta nel giro di due secondi.
    Smisi di ripensarci dato che mentre riesaminavo i ricordi rischiai di investire un povero innocente pedone così mi concentrai sul tragitto e accesi la radio a palla.
    Raggiunsi la chiesa velocemente ma essendo in largo anticipo rimasi ferma per diversi minuti prima che la sposa arrivasse e mi desse alcune indicazioni per poi scomparire dentro la canonica dicendo che era riuscita a fare tardi pure il giorno del suo matrimonio.
    Riflettendo tristemente che il mio matrimonio più che in ritardo non sarebbe arrivato mai,entrai nella cattedrale per studiare un po’ la luce.
    La chiesa era bellissima con l’intero soffitto a volta affrescato di blu e con una navata centrale decisamente imponente, insomma era la chiesa perfetta per il matrimonio perfetto: mancava solamente la sviolinata e qualche putto volante qua e là...ma tanto sarebbe arrivato.
    Mi ero nascosta dietro un’acquasantiera in cerca di un’angolatura interessante quando l’occhio mi cadde sulla bacheca, più precisamente sull’annuncio matrimoniale appeso su di essa e leggendo i nomi degli sposi -o meglio leggendo il cognome dello sposo - rischiai di far cadere la mia preziosissima Kodak in preda allo stupore più totale.

    Elizabeth Brown e Daniel Depp oggi sposi.


    Depp…possibile che Daniel Depp sia quel Daniel fratello del Depp per eccellenza?
    Calmati, Annie rifletti. L’omonimia c’è, se non vai errata Il Depp ha casa ha Los Angeles quindi il luogo geografico è quello giusto e ,come se evocata, mi tornò in mente la strana faccia di Diana…che mi abbia mandato apposta qui nella speranza che fra gli invitati ci possa essere lui, il mio attore preferito, il miglior attore del decennio, addirittura che Johnny Depp?
    _______________________________-
    Bene care Deppins spero vi sia piaciuto: ribadisco è solo l'inizio e come al solito il primo chap è sempre il più noioso, ma mi serviva per presentarvi il personaggio di Anne!
    recensite,care,recensite! :fel:
     
    Top
    .
  2. Lola_MrsTodd_Depp
     
    .

    User deleted


    :) bellaaaaa continuaaaaa
     
    Top
    .
  3. melody2312
     
    .

    User deleted


    Ma scrivi benissimo complimenti! Continua ti prego, mi ci sto intrippando di brutto ! XD
     
    Top
    .
  4. Calypso*
     
    .

    User deleted


    Mi piace moltissimo... sembra che tu scriva di professione, complimenti!! seguito seguito seguito seguito! :)
     
    Top
    .
  5. ~Adrya
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE
    :) bellaaaaa continuaaaaa

    bella bella bella!!!
     
    Top
    .
  6. *Aphrodite*
     
    .

    User deleted


    Bellissima *_*!!! Questa è l'ennesima prova che abbiamo grandi scrittrici tra noi!!!! :D
     
    Top
    .
5 replies since 18/2/2011, 18:44   116 views
  Share  
.